"OGLIO, ACQUA CHE
SCORRE" Brescia mostre - Grandi Eventi Palazzo Martinengo - Brescia di Paolo Sacchini
…Giuseppe Piovanelli offre
un paesaggio decisamente moderno, che attraverso una fattura caotica e
magmaticamente accesa di luce e colore fa emergere la profondità quasi
abissale di un messaggio potente e nascosto, di una volontà che non si
arrende ad una certa stereotipia della vita. Si possono forse trovare
alcuni ascendenti, nella sua pittura: probabilmente il suo tratto spesso
filiforme, in cui le varie tracce cromatiche si fondono a creare colori
diversi frutto della giustapposizione, risente della versione
previatiana del divisionismo, ma in realtà sembrano altri i suoi
riferimenti più vicini. Il suo San Vigilio del 2001 – che nel confronto
con il quasi cézanniano dipinto omonimo del 1976/77 mostra tutta l’acqua
nel frattempo passata sotto i ponti – è un’immagine favolosa e
brulicante di una vita che è certamente organica, ma che è quasi del
tutto priva di referenti oggettivi nella realtà: un dipinto che pare
avere qualche parentela con il decorativismo matissiano e bonnardiano
degli anni Dieci, o con Tobey calligrafo dei tardi Cinquanta, ma in cui
soprattutto sembra di cogliere il furente e umanissimo disordine del
Monet degli ultimi anni, quello che traccia le Ninfee con una mano
pressoché immobile e così facendo, senza saperlo, anticipa di oltre
vent’anni i primi esperimenti “informali” di Fautrier e Dubuffet. Ciò
non significa, tuttavia, che Piovanelli sacrifichi all’altare di una
modernità per così dire “esterofila” il suo sentire, che è quello del
camuno (così ama definirsi): al contrario, in alcuni suoi pezzi ancora
si colgono in semitrasparenza esili figure sguscianti che richiamano i
graffiti rupestri della Valle Canonica, che emergono faticosamente,
eppure in maniera percettibile, dal fitto intrico di segni spezzati e
violenti.
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