IO CAMUNO
Io mi definisco un pittore camuno. L'isolamento della mia valle, per ragioni geografiche, se da un lato ha favorito l'accumulo di silenzio e di saggezza, dall'altro non mi ha impedito di stringere contatti a vari livelli: umani, culturali, artistici.

La sensibilità e il linguaggio artistico ne hanno tratto giovamento. Nasce così una pittura che è frutto di una lenta maturazione nel tempo. Pittura non tradizionale, nel senso che diamo a questa parola, ma che vive nella sensibilità moderna: libera perciò di essere accolta.
E' immagine di una realtà che ha la forza di essere pennellata. E' colore che vive nell'atmosfera-ambiente di tutto quello che mi circonda: il cielo, le montagne, il lago, la vita del lago, dove i colori e le pennellate si nutrono di istanti-impressione. Queste sensazioni sono poi rivissute nel silenzio dello studio, mediate da una conoscenza della cultura pittorica e tradotte rapidamente in modo da evitare idee-immagini che possono compromettere quanto sto realizzando. La cultura pittorica è presente nel momento operativo, e tuttavia non mi impedisce di attingere in modo spontaneo alla mia semplicità interiore. Semplicità che coinvolge allo stesso tempo la mia emotività. Il colore partecipa e dell'immagine vista e dell'emozione suscitata dall'immagine.
L'andamento delle masse coloristiche nei miei quadri potrebbe portare a un fare tecnico risolto in superficie; rimanda invece lo spettatore a sollecitazione più profonda.
Questa mia collocazione mi permette di essere sempre attento e vigile alla realtà che mi circonda.

Primavera 1984                                             GIUSEPPE PIOVANELLI


"TRA BARBAGLI DI LUCE E DI COLORE"

Giuseppe
Piovanelli, classe 1945, abita a Gratacasolo, borgata che si incontra poco oltre Pisogne, ai primi assaggi della Valcamonica. Tra le ultime lame azzurre del Sebino ed il verde delle terre camune questo artista inventa da anni la sua pittura, sul margine in cui esterno ed interno si incrociano senza mai risolversi l'uno nell'altro.

In possesso di buona preparazione tecnica e culturale (Piovanelli ha conseguito la maturità artistica e ha frequentato l'Accademia di Belle Arti di Brera a Milano) questo singolare personaggio dell'arte bresciana lavora a colpi di pennello, quasi barbagli di rosso, azzurro, gialli, verdi ed altre note, non tanto intese a costruire forme solidificate quanto anima o fiamma del paesaggio, della terra cui egli si sente irrimediabilmente legato. Semplicità dell'immagine ed emozione suscitata dall'immagine stessa sono termini in cui Piovanelli riassume il nocciolo della sua esperienza.
E' una pittura calda e che non teme di svelarsi tale, felice del suo espandersi in capriole di gioia.

Va dato atto a Piovanelli di non essere un toccheggiatore timido o, all'opposto, uno che gioca a la va o la spacca. Lui è consapevole che l'arte è un linguaggio da dominare ma non per questo s'attarda in triti impressionismi o si butta in rapide scheggiature. S'imbeve, dice, di tutto quanto lo circonda: cielo, montagna, acque, animazione dei luoghi e poi rivive nel silenzio dello studio ciò che ha assorbito rielaborando nel filo dorato d'un bozzolo che appartiene solo a lui. Nascono così le sue composizioni subito riconoscibili per la qualità schietta del colore e lo scatto del dipingere. Dentro c'è l
a foga di una fantasia eccitata dalla luce e dalle note cromatiche in grado tuttavia di tenersi ancorata a ciò che la vicenda di ogni giorno offre d'intenso e di amaro anche.
E' una delle qualità, non la minore, di Giuseppe Piovanelli: cantare la vita per quanto in effetti essa riesce ancora ad essere.

Giugno 1984                                                                                                                                       LUCIANO SPIAZZI

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